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"Tutti quei pazienti che non sono morti per gli infarti e gli ictus di 20 anni fa, grazie all'aumento delle terapie di successo che utilizziamo ora, tornano in seguito con demenza e malattie multiple".
Questa provocatoria osservazione del dottor David Green, specialista australiano di emergenza, mette in evidenza la crescente pressione esercitata sui nostri ospedali, già in difficoltà, per far fronte al numero di anziani fragili che entrano dalle loro porte e riempiono i letti.
I dirigenti degli ospedali temono di non riuscire a tenere il passo con i pazienti anziani che necessitano di cure e degenze prolungate a causa di cadute e condizioni associate.
Nel 2020-21, più di 140.000 australiani over 65 sono stati ricoverati in ospedale a causa di cadute. Di questi, 5.500 sono morti.
La pressione è destinata a crescere con l'invecchiamento della popolazione australiana, in quello che viene definito lo "tsunami d'argento".
"Abbiamo deciso che dovevamo fare qualcosa perché questa sarà la tendenza dei prossimi anni, molti anni a venire", ha dichiarato il vice direttore del dipartimento di traumatologia dell'Alfred Hospital di Sydney, il professore associato Joseph Mathew.
Il dottor Mathew afferma che è troppo comune sentire di una persona anziana che ha avuto una caduta e "non è stata diagnosticata in modo completo e poi ha subito un peggioramento critico, peggiorando e finendo per morire".
Afferma che l'Alfred sta vedendo solo la punta dell'iceberg dei traumi geriatrici.
"C'è una coorte molto più ampia che si presenta agli ospedali di periferia e agli ospedali regionali, e ci sono molte prove significative che suggeriscono che sono sotto-trattati e la gravità delle lesioni è sotto-riconosciuta".
L'Alfred ha recentemente sviluppato un servizio specializzato in traumi geriatrici per far fronte a un aumento del 20%, in un anno, delle cadute dall'alto.